13 maggio 2002 English

“LE NOZZE DI FIGARO” di W. A. MOZART AUDITORIUM di GORIZIA- Lunedì 13 maggio 2002 – ore 20.30 Personaggi e i nterpreti La Trama Il Programma L’Orchestra dell’Opera Giocosa Il m° Zannerini I Cantanti Il Coro Città di Trieste Wolfgang Amadeus MOZART (1756-1791) LE NOZZE DI FIGARO ossia “La folle giornata” K 492 Opera buffa in 4 atti per 13 voci, coro e orchestra Libretto di Lorenzo Da Ponte. Prima rappresentazione: Vienna, 1 maggio 1786, Burgtheater. Personaggi e interpreti: torna su Giuliano PELIZON – baritono IL CONTE DI ALMAVIVA, Grande di Spagna Ondina ALTRAN – soprano LA CONTESSA DI ALMAVIVA, sua moglie Ilaria ZANETTI – soprano SUSANNA, cameriera della Contessa promessa sposa di Figaro Eugenio LEGGIADRI GALLANI – basso FIGARO, cameriere del Conte Elena BOSCAROL – mezzosoprano CHERUBINO, paggio del Conte Silvia BONESSO – soprano MARCELLINA, governante Francesco PACCORINI – tenore BASILIO – maestro di musica Felice ILLUME – tenore DON CURZIO, giudice Paolo ALBERTELLI – basso BARTOLO, medico di Siviglia Marianna PRIZZON – soprano BARBARINA, figlia di Antonio Michele CODARIN – basso ANTONIO, giardiniere del Conte Monica CESAR e Francesca MORETTI – soprani DUE CONTADINELLE Giulia ZOLI e Antonio ZUGAN – attori CAMERIERI Gli elementi scenici di arredamento antico sono stati gentilmente concessi dal negozio RIGATTERIA di Laura e Claudio DI PINTO – TRIESTE Costumi di Antonella Guglielmi Orchestra dell’Opera Giocosa del Friuli-Venezia Giulia Direttore al cembalo M° Severino Zannerini CORO “CITTÀ DI TRIESTE” diretto dal M° Cristina SEMERARO Regia di Paolo Albertelli ***** Trama torna su Composta fra l’autunno 1785 e la primavera 1786 l’opera “Le nozze di Figaro” è il primo frutto di quella feconda collaborazione fra Mozart e Da Ponte, che nel giro di pochi anni avrebbe portato ad altri due capolavori quali “Don Giovanni” e “Così fan tutte”. L’opera, andata in scena al Burgtheater di Vienna il 1 maggio 1786, suscitò — per l’audacia del soggetto tratto dalla commedia di Beaumarchais “Le mariage de Figaro” e per la modernità della concezione mozartiana del teatro — prese di posizione antitetiche, dal pieno entusiasmo (la prima recita durò quasi il doppio del previsto per i numerosi bis concessi) all’esplicita disapprovazione. In effetti mai, prima di quest’opera, la musica aveva ricoperto un ruolo tanto importante nella realizzazione degli eventi drammatici: per dirla con Richard Wagner, “Nel Figaro il dialogo si fa pura musica e la musica stessa diventa dialogo”. La trama inscena un conflitto personale, investito però d’una chiara valenza politica nella sottesa polemica contro i privilegi della classe aristocratica: Figaro, cameriere personale del conte di Almaviva, è sul punto di sposare Susanna, ma il conte, dopo due anni di matrimonio, si è incapricciato di Susanna, e fa di tutto per conquistarla: altre difficoltà complicano la vicenda e molti personaggi fanno da sfondo al vivace intreccio. Tutta la commedia è impostata sulla strenua lotta condotta da Figaro e da Susanna, con armi diverse ma con la medesima astuzia e determinazione, contro i tentativi di seduzione del conte. Alla fine, quando tutto si chiarisce e si normalizza, il debole trionfa sul potente, il povero sul ricco, e soprattutto il plebeo sul nobile, e Figaro accanto a Susanna diventa il campione di chi, oppresso, lotta contro il cieco secolare privilegio dell’aristocrazia. ATTO I Figaro è in procinto di sposare Susanna, ignaro che il Conte da tempo fa alla ragazza una corte spietata, aiutato dalla mediazione dell’organista di corte Basilio. Il giorno delle nozze, a causa della stanza nuziale “più comoda del palazzo messa a loro disposizione dal Conte”, scopre la verità dalla viva voce di Susanna che lo mette al corrente delle mire del padrone su di lei. Figaro, indignato, si ripromette di tener testa al Conte con ogni mezzo. Nel palazzo è ospitato anche un giovane paggio che, a causa della giovane età e del turbamento che questa gli procura ogni volta che avvicina una donna, diventa fonte di serie preoccupazioni soprattutto per il Conte che deve proteggere, oltre sua moglie, anche colei che è diventata l’unico oggetto delle sue attenzioni: Susanna. E’ per questo che il conte, dopo aver sorpreso Cherubino ad amoreggiare con Barbarina, figlia del giardiniere, ed averlo trovato addirittura nella camera di Susanna (dove egli si era recato per l’ennesima dichiarazione d’amore alla ragazza, ascoltata dall’inizio alla fine dal paggio), decide di arruolarlo nel suo reggimento con trasferimento immediato. ATTO II Figaro nasconde Cherubino nel palazzo. Egli, la Contessa e Susanna progettano un piano per costringere il Conte a rinunciare alle sue mire amorose: la ragazza fingerà di accettare le sue proposte, ed un biglietto anonimo lo metterà al corrente di un appuntamento che la moglie ha dato ad un suo amante. In realtà, al convegno si recherà Cherubino travestito da Susanna: la Contessa dovrebbe sorprenderli. Mentre si procede all’abbigliamento del ragazzo, il Conte, allarmato per il biglietto che gli è stato recapitato, bussa alla porta della stanza della moglie e la trova chiusa a chiave. Susanna è appena uscita e la Contessa, imbarazzatissima, nasconde il paggio in uno stanzino; poi fa entrare il marito infuriato che, a seguito del trambusto provocato da alcuni oggetti fatti cadere in terra dal paggio, cerca di forzare l’uscio della stanza dove la moglie afferma trovarsi la cameriera. Al rifiuto della Contessa ad aprire la porta spontaneamente, il Conte, onde procurarsi l’occorrente per forzarla, esce conducendo con sé la moglie dopo aver chiuso tutte le porte a chiave. Susanna che era rientrata, non vista, ed aveva assistito nascosta nell’alcova a tutto l’imbarazzante colloquio, dopo aver fatto uscire Cherubino ed aver commentato con sollievo la sua fuga atletica attraverso la finestra, prende il posto del paggio nello stanzino. Poco dopo il Conte e la Contessa rientrano e questa, vistasi persa, confessa di aver nascosto il paggio. Dopo alcuni momenti, estremamente drammatici tra i due, la tensione si distende poiché Susanna esce con enorme stupore di entrambi ed interviene nella loro riconciliazione. Arriva Figaro e poi il giardiniere Antonio che mostra al Conte un vaso di fiori spezzati, affermando di aver visto qualcuno saltare dalla finestra. Figaro se ne addossa la colpa, ma Antonio mostra anche il brevetto di ufficiale appartenente a Cherubino, che questi si è lasciato sfuggire nel saltare. Figaro, aiutato dalla Contessa e da Susanna, afferma che il paggio glielo aveva dato perché il Conte vi apponesse il sigillo. Intanto Marcellina, ex amante di Bartolo, innamorata di Figaro al quale aveva prestato del denaro, viene a reclamare che questi faccia onore al suo debito o mantenga la promessa di sposarla, fattale in pegno di garanzia. Il Conte interpellato, rimanda ogni decisione al suo tribunale. ATTO III Susanna, secondo il piano prestabilito, dà appuntamento al Conte in giardino e mentre questi già assapora l’imminente felicità, ella sussurra a Figaro sopraggiunto una frase con cui gli fa comprendere di aver vinto la partita. Il Conte afferra l’intrigo e ne rimane profondamente sconvolto. Il tribunale, come era prevedibile, decide che Figaro dovrà rimborsare Marcellina o sposarla ma nel frattempo, con un colpo di scena, si scopre che Figaro è figlio di Marcellina e di Bartolo ai quali è stato rapito in tenerissima età. Le cose si aggiustano per il meglio. Marcellina e Bartolo decidono di sposarsi e di dare una cospicua dote al figlio ed a Susanna. Anche il matrimonio di Figaro sta per andare in porto. Durante la cerimonia in cui il Conte deve porre sul capo di Susanna il velo bianco da sposa, questa, d’accordo ora con la sola Contessa, fa in modo di passargli un biglietto che gli fissa un nuovo appuntamento in giardino per la sera stessa. Il Conte lo legge furtivo dopo essersi punto con la spilla che lo chiudeva. Figaro ha notato la scena e intuita l’implicazione galante, la commenta ironicamente con Susanna. ATTO IV E’ notte. Barbarina in giardino cerca la spilla sfuggitale di mano, che doveva riportare a Susanna come assenso del Conte al convegno fissato. Figaro la sorprende e, scoperta la verità, decide di nascondersi tra gli alberi per vedere come andranno le cose. Arrivano Susanna e la Contessa. Quest’ultima si allontana e la ragazza, avvertita da Marcellina della presenza di Figaro, canta un’aria struggente diretta all’uomo che ama. Cherubino giunge intanto in giardino e scambiata la Contessa per Susanna decide di darle un bacio che viene invece ricevuto dal Conte sopraggiunto. Questi ripaga il paggio con un sonoro ceffone che va a gratificare Figaro, sportosi nel momento sbagliato dal suo nascondiglio per rendersi conto di ciò che stava accadendo. Cherubino ha raggiunto nel frattempo Barbarina. Il Conte dona a colei che ritiene Susanna un anello di brillanti ed una cospicua dote in denaro, invitandola poi a seguirlo nel padiglione. Figaro, sulle spine, non riuscendo a dominarsi, esce facendo rumore. La Contessa fugge ed il Conte, imitandola, la rassicura che la seguirà più tardi. Intanto Susanna si mostra al fidanzato che, scambiatala per la Contessa, la informa della tresca tra il Conte e la sua sposa. La ragazza, nel rispondergli, dimentica di alterare la voce ed egli, nel riconoscerla e al colmo della felicità, decide di farle uno scherzo. Si getta quindi ai suoi piedi dichiarandosi rapito d’amore. Susanna, gelosa, lo schiaffeggia ripetutamente e Figaro confessa l’innocente burla. Dopo aver fatto la pace, i due fidanzati decidono di continuare il giuoco, prendendosi una rivincita sul Conte. Non appena questi è in grado di scorgerli, Figaro ripete con enfasi la scena d’amore precedente e Susanna, ad alta voce, promette di amarlo; quindi i due si avviano abbracciati verso la nicchia a sinistra. Il Conte, folle di gelosia, avendo visto colei che credeva sua moglie con Figaro, chiama gente. Si dirige poi al padiglione dove ritiene che sia entrata la Contessa e vi scopre Cherubino. Lo tira fuori e dietro di lui escono Barbarina, Marcellina e Susanna (che nasconde sempre il viso). Questa si inginocchia e chiede perdono, subito imitata da tutti i presenti, ma il Conte irremovibile non l’accorderà. Dalla nicchia a destra esce, tra lo stupore generale, la Contessa che chiede personalmente al marito di essere magnanimo. Il Conte, estremamente sorpreso e imbarazzato, compreso il suo errore, supplica a sua volta la moglie di perdonarlo. Tutti inneggiano al perdono ed alla riconciliazione. OUVERTURE torna su Re maggiore – Presto 4/4 – Battute 294 Organico orchestrale: flauti, oboi, clarinetti, fagotti, corni, trombe, timpani, archi. L’ouverture, introduce l’opera non con degli episodi tematici precisi ma con il ritmo velocissimo, ininterrotto, frenetico che anticipa l’impulso vitale che anima i personaggi dell’opera stessa, e gíi intrighi attraverso i quali dovranno passare per risolvere, nel piú breve tempo possibile, tutti i loro problemi. Mozart, in un primo momento, voleva inserire a metà dell’ouverture un andante con moto in ó /8 in re minore, in tempo di siciliana, ma poi vi rinunciò per sottolineare piú efficacemente il ritmo dell’azione che è quello di una corsa vertiginosa attraverso una “folle giornata”. Fu scritta per ultima, l’antivigilia della prima rappresentazione, il 29 aprile 1786. ATTO PRIMO – DUETTINO (Susanna e Figaro) “CINQUE… DIECI…VENTI… TRENTA” – Recitativo secco – DUETTINO (Susanna e Figaro) “SE A CASO MADAMA LA NOTTE TI CHIAMA” – Recitativo secco – CAVATINA (Figaro) “SE VUOL BALLARE SIGNOR CONTINO” – Recitativo secco – ARIA (Bartolo) “LA VENDETTA, OH, LA VENDETTA” – Recitativo secco – DUETTO (Susanna e Marcellina) “VIA, RESTI SERVITA” – Recitativo secco – ARIA (Cherubino) “NON SO PIÙ COSA SON COSA FACCIO” – Recitativo secco – TERZETTO (Susanna, Basilio e il Conte) “COSA SENTO! TOSTO ANDATE” – Recitativo secco – CORO “GIOVANI LIETE, FIORI SPARGETE” – Recitativo secco – ARIA (Figaro) “NON PIÙ ANDRAI FARFALLONE AMOROSO” ATTO SECONDO – CAVATINA (Contessa) “PORGI AMOR, QUALCHE RISTORO” – Recitativo secco – ARIETTA (Cherubino) “VOI CHE SAPETE CHE COSA È AMOR” – Recitativo secco – ARIA (Susanna) “VENITE… INGINOCCHIATEVI” – Recitativo secco – TERZETTO (Susanna, Conte e Contessa) “SUSANNA, OR VIA, SORTITE” – Recitativo secco – DUETTINO (Susanna e Cherubino) “APRITE, PRESTO, APRITE” – Recitativo secco – FINALE – (Conte) “ESCI, ORMAI, GARZON MALNATO” – (Contessa, Conte e Susanna) “SIGNORE, COS’E? QUEL STUPORE” – “SUSANNA, SON MORTA” – (Contessa , Conte, Susanna e Figaro), “SIGNORI, DI FUORI…” – “CONOSCETE SIGNOR FIGARO” – (gli Stessi ed Antonio) “AH, SIGNORE… SIGNOR” – “VOSTRE DUNQUE SARAN QUESTE CARTE” – (Gli stessi, Marcellina, Bartolo e Basilio) “VOI SIGNOR CHE GIUSTO SIETE” ATTO TERZO – Recitativo secco – DUETTO (Conte e Susanna), “CRUDELI PERCHÉ FINORA FARMI LANGUIR COSÌ? – Recitativo secco – RECITATIVO ACCOMPAGNATO E ARIA “HAI GIÀ VINTO LA CAUSA! COSA SENTO – “VEDRÒ, MENTR’IO SOSPIRO, FELICE UN SERVO MIO? – Recitativo secco – SESTETTO (Marcellina, Figaro, Don Curzio, Bartolo, Il Conte, e Susanna) “RICONOSCI IN QUESTO AMPLESSO UNA MADRE, AMATO FIGLIO” – Recitativo secco – RECITATIVO ACCOMPAGNATO ED ARIA (Contessa) “E SUSANNA NON VIENE, – DOVE SONO I BEI MOMENTI” – Recitativo secco – DUETTINO “della lettera” (Contessa e Susanna) “SULL’ARIA… CHE SOAVE ZEFFIRETTO” – Recitativo secco – CORO “RICEVETE O PADRONCINA” – FINALE – (La Contessa, Susanna, Barbarina, Cherubino, 2 contadinelle, il Conte, Antonio e Figaro “ECCO LA MARCIA… ANDIAMO” – (2 soprani e Coro) “AMANTI COSTANTI, SEGUACI D’ONOR” – ANDATE AMICI”- “AMANTI COSTANTI, SEGUACI D’ONOR”- ATTO QUARTO – CAVATINA (Barbarina) “L’HO PERDUTA… ME MESCHINA” – Recitativo secco – RECITATIVO ACCOMPAGNATO ED ARIA (Figaro), “TUTTO È DISPOSTO: L’ORA DOVREBBE ESSER VICINA – APRITE UN POCO GLI OCCHI” – Recitativo secco – RECITATIVO ACCOMPAGNATO ED ARIA “GIUNSE ALFINE IL MOMENTO – DEH VIENI, NON TARDAR, O GIOIA BELLA” – Recitativo secco – FINALE – (La Contessa, Susanna, Figaro, Cherubino e il Conte) “PIAN PIANINO LE ANDRÒ PIÙ APPRESSO” – PARTITO È ALFIN L’AUDACE: ACCOSTATI BEN MIO” -“TUTTO È TRANQUILLO E PLACIDO” – “EHI, FIGARO, TACETE! “PACE PACE, MIO DOLCE TESORO: IO CONOBBI LA VOCE CHE ADORO” – Scena ultima ( Il Conte, la Contessa, Susanna, Figaro, Marcellina, Bartolo, Cherubino, Barbarina, Antonio, Basilio, Don Curzio) “GENTE, GENTE! ALL’ARMI, ALL’ARMI” – “CONTESSA PERDONO” – “QUESTO GIORNO DI TORMENTI, DI CAPRICCI E DI FOLLIA, IN CONTENTI E IN ALLEGRIA, SOLO AMOR PUÒ TERMINAR, SPOSI, AMICI, AL BALLO, AL GIOCO, ALLE MINE DATE FOCO, ED AL SUON DI LIETA MARCIA, CORRIAM TUTTI A FESTEGGIAR”. FINE torna su L’ ORCHESTRA DELL’OPERA GIOCOSA DEL FRIULI-VENEZIA GIULIA è stata fondata a Trieste nel 1984. La vivacità culturale che ha sempre contraddistinto le scelte artistiche dell’Associazione, diretta dal M° S. Zannerini, ha sviluppato un vasto repertorio che spazia in ogni genere musicale. L’Associazione ha promosso e organizzato numerose manifestazioni divenute ormai tradizionali per la città: le “Passeggiate Musicali nel Parco di Miramare”, il “Corso per Direttori d’Orchestra da Camera”, l’originale e di grande richiamo per gli appassionati di Mozart “Concerto Notturno”, che la Giocosa esegue fin dal l981, nella Chiesa di Via del Ronco a Trieste, con l’esecuzione del “Requiem in re min.” nella notte fra il 4 e il 5 dicembre, nell’ora della scomparsa del grande compositore salisburghese, alle ore 0,55. Brillante l’ultimo anno di attività musicale: dopo il vivo successo del concerto del mese di aprile 1998 a Budapest, presso la Sala dell’Istituto Italiano di Cultura, concerto inaugurale delle manifestazioni promosse dalla Regione Friuli-Venezia Giulia, la “Giocosa” ha realizzato, con la partecipazione di solisti vocali e tre cori regionali, l’esecuzione della Nona Sinfonia di Beethoven. torna su Il maestro Severino ZANNERINI , dopo una brillante carriera di violoncellista (Solisti Veneti di Padova 1969-1977), fece parte del Teatro “Verdi” di Trieste nei ruoli di primo violoncello (1977-l990), Direttore del Complesso da Camera dell’Ente (1978-1990) e Segretario Artistico (1990-l996). Nel 1984 fondò l’Opera Giocosa del Friuli-Venezia Giulia, di cui è direttore stabile. Da allora alterna l’attività di violoncellista a quella di direttore ospite presso numerose Orchestre Italiane ed Estere. Fu docente presso i Conservatori di Musica di Lucca (1972-74), Verona (1974-1980) e Trieste (1980-1990). Attualmente tiene vari corsi musicali presso l’Associazione Culturale “M° R. Lipizer” di Gorizia. Si dedica, inoltre, ad attività saltuaria di pianista accompagnatore e revisore di musica antica in genere. torna su Il baritono Giuliano PELIZON , nato a Trieste, iniziò gli studi di canto solistico a Lubiana (Slovenia) con il basso D. Ognjanovic, e successivamente presso la Scuola di Musica “Glasbena Matica” di Trieste, seguendo poi un corso di perfezionamento vocale organizzato dal Teatro “G. Verdi” di Trieste. Frequentò, quindi, vari corsi di perfezionamento con A. Danieli, C. Cossuta, P. Barbacini, M. Lantieri. Nella Stagione Operistica 1992/93 fece parte del complesso corale presso il “Teatro alla Scala” di Milano sotto 1a guida del M° Gabbiani. Dal 1996 fa parte del Coro del Teatro “G. Verdi” di Trieste presso il quale ha già ottenuto parti di comprimariato ne’ “La Traviata”, “Adriana Lecouvreur”, “La Bohème” e “Ginevra di Scozia”. Attualmente si sta perfezionando a Venezia con il M° S. Lowe. Il soprano Ondina ALTRAN segue dal 1996 i corsi di vocalità Mozartiana tenuti dal M° C. Desderi a Fiesole e Duino e ha debuttato a Modena nelle opere “Le nozze di Figaro” e “Così fan tutte”. Recentemente anche nel “Don Giovanni” in una produzione dell’Associazione “Lipizer”. Ha inaugurato la Stagione Sinfonica di Kanal (Slovenia) con la Filarmonica di Udine diretta dal M° A. Nanut con la 14a Sinfonia di Shostakovich per soprano e basso in lingua originale. Ha interpretato il ruolo di Clarina della “Cambiale di Matrimonio” di Rossini in una produzione del Teatro Verdi di Trieste. Nel 1999 ha eseguito come soprano solista la “Petite messe solenelle” di Rossini, in un concerto straordinario al teatro Verdi di Trieste. Nel 2000 al teatro Regio di Torino ha debuttato in “Die Teufel von Loudun” di Penderecki sotto la direzione del M° Y. David. Il soprano Ilaria ZANETTI , nata a Trieste, intraprese lo studio del canto con A. Pizzoli, diplomandosi sotto la guida del mezzosoprano M. Pecile. Attualmente studia con il soprano G. Paulizza. Ha seguito vari corsi di perfezionamento con maestri di chiara fama. Ha vinto il terzo Premio al Concorso cameristico “L. Caraian”, il diploma d’onore al Torneo Internazionale di Musica e al Concorso Internazionale di Vignola nella sezione di canto lirico. Ha sostenuto numerosi concerti comprendenti anche prime esecuzioni assolute. Partecipa, in qualità di solista, alle attività dell’Orchestra dell’Opera Giocosa del Friuli Venezia Giulia. Nel 2000 ha cantato nel ruolo di Orsolina nell’opera “Die Teufel von Loudun” di K. Penderecki” al Regio di Torino. Il basso Eugenio LEGGIADRI-GALLANI ha studiato canto con il soprano Cecilia Fusco e ha seguito altri corsi di vocalità e interpretazione con diversi insegnanti: Katia Ricciarelli, Raina Kabainvanska, Elena Baggione e Luciana Serra. Ha tenuto diversi concerti per la Televisione di Stato di Hulan Bator (Mongolia) in occasione della settimana della musica italiana. Nel 1995 ha debuttato in Bohème a Tarragona (Spagna) e in “Madama Butterfly”al Teatro di Trapani. Ha registrato per la RAI il “Te Deum” di M. Charpentier. Ha sostenuto il ruolo di protagonista sia ne’ “Le Nozze di Figaro” sia ne’ “Il maestro di cappella”. Il basso Leggiadri-Gallani svolge anche un’intensa attività concertistica sacro-oratoriale (Requiem e Messe di Mozart e Schubert, Cantate di Bach ecc.), liederistica e lirica. Il mezzosoprano Elena BOSCAROL ha iniziato giovanissima lo studio del canto presso l’Istituto Musicale “A. Vivaldi” di Monfalcone con i noti Maestri di Canto Fabrizio de Bianco e Patrizia Graco, sviluppando il repertorio lirico e della musica da Camera. Brillanti i risultati ottenuti in numerosi Concorsi Nazionali: “L. Caraian” di Trieste 1997 (terza classificata) e “I Giovani per i Giovani” di Ravenna, 1999 (prima classificata). Dal 1996 fa parte del Coro della Fondazione Teatro Comunale “G. Verdi” di Trieste. Ha svolto il ruolo di solista nell’Oratorio “Il Messia” di G. F. Haendel nella versione di W. A. Mozart, con l’Opera Giocosa del Friuli-Venezia Giulia. Il soprano Silvia BONESSO ha studiato canto lirico con il M° E. Tandura presso il Liceo Musicale “Manzato” di Treviso, seguendo successivamente i corsi di perfezionamento dell’Accademia di Osimo. Nel 1994 ha partecipato in qualità di Artista del Coro alla Stagione Lirica del Teatro “Sociale” di Rovigo nelle opere “Don Pasquale”di Donizetti e “Orfeo ed Euridice” di Gluck. Nel 1995 e nel 1999 ha collaborato con il Teatro Comunale di Treviso nelle opere “La Traviata” di Verdi e “Carmen” di Bizet. Collabora con vari ensembles corali tra cui il gruppo “Athestis”del M° F. Bressan. Ha eseguito in qualità di solista la “Petite Messe Solennelle” di Rossini (1998 ), lo “Stabat Mater” di Pergolesi (1999), l’opera “La Medium” di Menotti e la “Messa” e il “Te Deum” di Bruckner (2001). Attualmente collabora con il Coro del Teatro “Giuseppe Verdi” di Trieste. Il tenore Dax VELENICH intraprese lo studio del canto nel 1998, debuttando come solista nella Nona Sinfonia di Beethoven e nell’Oratorio di Natale di Saint-Saens diretto dal M° S. Zannerini. Nello stesso anno sostenne il ruolo di Don Basilio nell’opera “Le Nozze di Figaro” di Mozart a Modena. Ha frequentato, in qualità di effettivo, i corsi di perfezionamento sulla vocalità mozartiana tenuti dai maestri C. Desderi e P. Barbacini all’Accademia Musici Artis di Duino. Nel 1999 ha collaborato con l’Associazione Lirica e Concertistica di Milano e dallo stesso anno collabora come corista al Teatro Comunale “G. Verdi” di Trieste sostenendo anche ruoli di comprimariato in opere come “Bohéme” e “Il Trovatore”. Attualmente la sua preparazione vocale prosegue sotto la guida del soprano Y. Takeda. Il tenore Felice ILLUME , nato a Trieste, iniziò lo studio del pianoforte in giovanissima età, entrando poi al Conservatorio “G. Tartini” di Trieste sotto la guida del M° L. Baldini. In seguito intraprese lo studio del canto con la soprano C. Fusco che, dal 1997 al 1999, lo portò a collaborare come corista al Teatro “G. Verdi” di Trieste. Ha avuto inoltre illustri maestri quali B. Prior, A. Danieli e H. Lowson. Attualmente studia con la mezzosoprano F. Mattiucci. Dal 1999 si è dedicato soprattutto all’attività solistica affrontando un vasto repertorio che va dal sacro al lirico. Nel 2001 si è esibito nel “Concerto di Fine Anno” organizzato dall’Associazione Lipizer. Il regista e basso Paolo ALBERTELLI ha iniziato la carriera teatrale come cantante, con la voce di basso, esibendosi per molti anni anche come solista in un vasto repertorio lirico e di musica sacra. Ancora oggi alterna questa attività con quella di regia. Dal 1994 ricopre il ruolo di direttore di palcoscenico presso il Teatro “G. Verdi” di Trieste, collaborando con registi della fama di A. Fassini, S. Vizioli, B. De Tomasi, G. Landi, A. Calenda. È stato assistente alla regia di M. Licalsi nell’ “Elisir d’Amor”, di numerose produzioni di I. Stefanutti, ed ha curato l’assistenza in occasione di una ripresa del “Don Pasquale” di L. De Simone. Come regista ha firmato la regia degli spettacoli dell’Opera Giocosa “Don Giovanni”, “Il Sasso Pagano” , “Bastiano e Bastiana”, “Mozart e Salieri”, “La Cantata del Caffè”. Il soprano Marianna PRIZZON iniziò prestissimo gli studi di pianoforte. Successivamente, in soli tre anni, si diplomò in canto col massimo dei voti e la lode al Conservatorio di Trieste, sotto la guida del mezzosoprano M. Pecile. In qualità di solista ha preso parte a numerosi concerti di musica sacra e operistica in Italia e all’estero. Ha seguito corsi di perfezionamento con i soprani R. Kabainvanska e L. Serra. Attualmente studia con M. Trombetta e L. Magiera all’Accademia S. Cecilia di Portogruaro. Nel 2001 ha collaborato col Teatro Stabile “La Contrada” di Trieste nella picce teatrale “Terzetto spezzato” di I. Svevo a fianco dell’attrice Ariella Reggio. Recentemente ha cantato, nel ruolo della Regina della notte, ne’ “Il Flauto magico” di Mozart, in forma scenica, al Teatro Comunale di Tuscania. Il baritono Michele CODARIN inizia lo studio del canto nel 1994 sotto la guida del basso A. Svab. Debutta nel 1996 nella “Cambiale di matrimonio” di Rossini al Palamostre di Udine. Nel 1997 partecipa alla stagione operistica di Spoleto recitando il ruolo di Marchese nella “Traviata” di Verdi e il ruolo di Wagner nel “Faust” di Gounod. Nello stesso anno entra a far parte del Coro del Teatro “Verdi” di Trieste. Partecipa inoltre ai corsi sulla Vocalità mozartiana, tenuti dal M° C. Desderi. torna su CORO “CITTÀ Dl TRIESTE” . La principale finalità del Coro è quella di eseguire il repertorio di composizioni sinfonico-corali. Costante e stretta la collaborazione con l’Opera Giocosa del Friuli – Venezia Giulia, grazie alla quale il repertorio delle opere eseguite è molto vasto: la “Messa di Gloria” di Puccini, il “Requiem”, la “Trinitatis”, la “Messa dell’Incoronazione” e le Cantate Massoniche di Mozart, “L’Oratorio di Natale” di Saint-Saens, il “Messia” di Haendel, sia nella versione originale sia nella trascrizione di Mozart. Il Coro è istruito dal M° Cristina SEMERARO.
Luglio 25th, 2006