VENERDÌ 3 FEBBRAIO 2023 – ore 20.30 al Teatro “L. Bratuž” di Gorizia avrà luogo, in collaborazione con il Conservatorio Statale di Musica “G. Tartini” di Trieste, il concerto della 43ª Stagione concertistica “Elena Lipizer” 2022-2023, dal titolo LA VIA DELLA SPERANZA. Saranno protagonisti della serata il soprano Aida TURGANBAYEVA (Kazakistan), il mezzosoprano Dragana PAUNOVIĆ (Serbia) e il pianista Andrea FURLAN (Croazia), tutti laureati brillantemente al “Tartini” di Trieste, partecipanti a importanti masterclass e vincitori di concorsi internazionali. In programma: R. SCHUMANN: 3 Zweistimmige Lieder op. 43, Wenn ich ein Vöglein wär’, Herbstlied, Schön Blümelein [3 canti a due voci op. 43: Se fossi un uccellino – Canzone d’autunno – Bellissimi fiorellini]; S. RACHMANINOV: Qui Bene; Abay KUNANBAIULY: Көzіmnің / Қаrasy; Milan PREBANDA: Niz bašču, Mila nane; Petar KRSTIĆ: Nimfa; A. DVOŘÁK: Moravské dvojzpěvy op. 32, Holub na javoře (Nr. 6), Skromná (Nr. 8), Zajatá (Nr. 11) [Moravia Duo op. 32, Piccione sull’acero (n. 6) – Modesto (n. 8) – Prigioniero (n. 11)]; Joaquín Turina PÉREZ: Poema en forma de canciones, III.“Cantares” op. 19, Tres arias: “Rima” op. 6; Federico Moreno TORROBA: Maria Manuela (Zarzuela), Rosa Rosita; Fernando OBRADORS: Classical Spanish Songs, Chiquitita la novia (nr. 7); Miguel MARQUÉS: El anillo de hierro (Zarzuela), Lágrimas mías.
LA VIA DELLA SPERANZA ATTRAVERSO LA MUSICA
Il soprano kazako Aida Turganbayeva, il mezzosoprano serbo Dragana Paunoviće il pianista croato Andrea Furlan, tutti laureati nelle rispettive specialità al Coservatorio Statale “G. Tartini” di Trieste, sono stati i protagonisti del concerto di venerdì 3 febbraio 2023al Teatro “L. Bratuž” di Gorizia. Si è trattato di “un viaggio culturale e musicale” – così è stato definito dal pianista Furlan – dal titolo “La via della speranza”, implicitamente ottimistico e utilmente intenzionale, visti i tempi che stiamo vivendo. Per iniziare sono stati presentati i 3 Zweistimmige Lieder op. 43, “Wenn ich ein Vöglein wär’, Herbstlied, Schön Blümelein” (Se fossi un uccellino-Canzone d’autunno-Bellissimi fiorellini) di R. Schumann, poi attraverso “Qui Bene” di S. Rachmaninov e il “Moravia duo” op. 32 di A. Dvorak, si è fatta sosta nell’Asia centrale con il compositore Abay Kunanbaiuly (1845-1904), considerato il fondatore della letteratura kazaka, di cui sono state eseguite le liriche “Көzіmnіh/Kаrasy” (I miei occhi/Aspetto). Il “viaggio musicale” è proseguito nella Bosnia-Erzegovina del compositore e didatta Milan Prebanda (1907-1979) con “Niz bašču” e “Mila nane” (Giù per il giardino, Menta dolce), per giungere nella limitrofa Serbia del noto compositore e direttore d’orchestra Petar Krstić (1877-1957) con la sua “Nimfa”. Significativa e interessante la scelta di far conoscere questi autori dal lirismo e dalla musicalità, per certi versi, spiccatamente “nazionale”. Il trio pianoforte-soprano-mezzosoprano, in comprovata sintonia, ha eseguito con trasporto e tecnica impeccabile quanto proposto al presente pubblico di intenditori: vocalità ampia e intensa, pianismo di coprimarietà in un insieme di notevole levatura. E poi, con uno stacco stilistico e un salto geografico, il trio ha presentato musiche di tutt’altra tempra e atmosfera. Sono state eseguite musiche dal “Poema en forma de canciones” del sivigliano Joaquín Turina Pérez, dei brani tra cui due zarzuele – composizione letteraria inaugurata da Calderon de la Barca nel secolo XVII – una del madrileno Federico Moreno Torroba e una del palmesano Miguel Marqués, e infine quelli del catalano Fernando Obradors. Atmosfere spagnole, dunque, con effetti spesso (melo)drammatici: “Lacrimas mias”. Anche in questo caso le cantanti si sono espresse con vocalità ed interpretazione diverse da quelle richieste nella prima parte della pièce. Come annunciato all’inizio del concerto, “una sorpresa”: un bis accolto dal pubblico con visibile compiacimento e che di per sé poteva avere una parte primaria della serata: il “Duo des fleurs” dall’opera Lakmé di di L Delibes, celeberrimo banco di prova, qui superato egregiamente, del duo soprano-mezzosoprano. Un madley “classico” geografico di tre giovani esecutori con già alle spalle meritati successi e riconoscimenti. Gianni Drascek