Tra una crisi… e l’altra

Venerdì 4 novembre 2022 – ore 20.30 al Teatro “L. Bratuž” di Viale XX Settembre – Gorizia avrà luogo per la Stagione concertistica “Elena Lipizer” 2022-23, grazie al contributo del Ministero della Cultura, del Comune di Gorizia e il sostegno e il patrocinio della Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia, il concerto intitolato “Tra una crisi …e l’altra”, a cura del Pro Musica Quartet. Il PRO MUSICA QUARTET fondato anni fa a Trieste, è formato da musicisti che ripropongono trascrizioni di brani musicali appartenenti al genere classico, a quello leggero e al vasto repertorio della salon musik. L’attenzione del quartetto è rivolta in particolar modo ad autori dimenticati, a brani musicali della musica europea tra Ottocento e Novecento caduti nell’oblio, dalla forte impronta melodica e di raro ascolto. Si tratta di trascrizioni tratte da originali per pianoforte. Per questo concerto il Pro Musica, in una formazione di trio d’archi formato dai violinisti Piero ZANON e Aura d’ORLANDO e dalla violista Lara DI MARINO, si avvale della collaborazione al pianoforte di Corrado GULIN e del canto della soprano Francesca VATTA: tutti musicisti con una vasta esperienza esecutiva proposta in  un accattivante programma che prevede, tra gli altri, brani da La vedova allegra di F. Lehár, La Principessa della Czardas di L. Kalmann, Ballo al Savoy di P. Abraham e Clivia di N. Dostal.

Foto di D. Klanjscek

TRA UNA CRISI… E L’ALTRA

Con lo scoppio della guerra nel 1914 e la conseguente fine della Belle Epoque si apre “una crisi” politico-sociale che si protrarrà per parecchio tempo: oggi viviamo similmente un’ “altra crisi” non di tale portata ma che induce a delle similitudini e a riflettere: questo l’incipit di Piero Tonon primo violino del Pro Musica Quartet, qui in formazione di trio composto da Tonon, da Aura D’Orlando secondo violino e dalla violista Lara Di Marino. Comprimari dell’ensemble il pianista Corrado Gulin e il soprano Francesca Vatta. E poi una full immersion nel mondo musicale ante e post “crisi” con celeberrimi brani in tedesco di altrettanto famosi autori di area austro-tedesca: Franz Lehar e “Donne viennesi” (ricordava Zanon che Lehar nel 1890 era a Trieste come direttore di una banda musicale militare), autore riproposto in accompagnamento della voce, estesa e corposa e dal piacevole vibrato, del soprano Vatta in brani tratti dall’immancabile “La vedova allegra” e da “Paganini”, “Lo Zarevic” e “Giuditta”, operette che invitavano – e invitano ancora – allo “svago” e alla leggerezza: gradito dal pubblico in sala l’inaspettato lancio di fiori da parte del soprano a supporto mimico di un brano musicale da lei interpretato. Gli archi e il pianista, tutti musicisti con una profonda e sostanziosa esperienza esecutiva, hanno proposto due composizioni da “Der Lebemann” di Alfred Grünfeld, compositore e pianista tra i primi a incidere dischi fonografici a 78 giri, e altrettante composizioni di Emmerich Kalmann da “La Principessa della Czardas”, la cui première avvenne a Vienna il 17 novembre 1915, in piena guerra mondiale. Francesca Vatta ha interpretato, accompagnata dall’ensemble sempre puntuale, “Canto d’amore indiano” da “Rosemary” del 1924 (in lingua inglese) di Rudolf Friml, “Al Cavallino Bianco” di Ralph Benatzky del 1929. Interessante dal punto di vista compositivo “Oh! Mister Brown” da “Ballo al Savoy” del 1932 di Paul Abraham (rappresentato per la prima volta a Berlino un anno prima dell’ascesa al potere di Hitler), eseguito dagli strumentisti con piglio jazzistico, indotto dalla matrice ragtime della composizione: essenziale il supporto pianistico swingante di Gulin. Altro brano di Abraham “My golden baby” da “Il fiore delle Hawai”, operetta che debuttò a Lipsia nel 1931. Hanno terminato la serata “Ich küsse ihre Hand, Madame” di Ralph Erwin e “Ich bin verliebt” da “Clivia” di Nico Dostal del 1933. Una, allora, spensierata progressione musicale verso l’ancòra non imminente ma presentita catastrofe della seconda guerra mondiale. Applausi meritati per tutti i musicisti e bis di uno degli ultimi brani in programma. Sorprende positivamente che melodie diventate evergreen per persone, che eufemisticamente vengono definite “di una certa età”, siano riconosciute invece anche da una parte di pubblico tutt’altro che “attempata”. Gianni Drascek

Ottobre 31st, 2022