
Giovedì 8 settembre, in due sessioni con inizio alle ore 10.00 e alle ore 15.00, si svolgerà a Gorizia presso la Sala del Consiglio della Regione Friuli Venezia Giulia in Corso Italia nr. 55, il 23° Convegno Internazionale sul Violino, organizzato dall’Associazione Culturale “Maestro Rodolfo Lipizer” ONLUS nell’ambito del 41° Concorso Int. di Violino “Premio Rodolfo Lipizer”.
Il tema è stato proposto dal M° Virginio Zoccatelli, Presidente della Giuria del Concorso 2021 e Coordinatore della manifestazione, ed è il seguente: «Il Neoclassicismo musicale in Europa e in Italia, sviluppatosi negli anni ’20-’30 del XX secolo».
Parteciperanno i componenti della Giuria del Concorso, il Presidente M° Andrea Mannucci – Italia, Ole Bøhn – Norvegia, Susan May Collins – Australia, Dominika Ewa Falger – Polonia, Silvano Minella – Italia, Sergiu Schwartz – Romania, Yoshiaki Shibata – Giappone, e gli studiosi ed esperti Renzo Cresti, Florin Croitaru, Mario Pagotto, Igor Pylatyuk, Luigi Maiello, Giorgio Susana, Giuseppe La Rosa, Virginio Zoccatelli. Gli interventi in italiano e inglese saranno in tradotti in simultanea da due interpreti e verranno registrati in vista della pubblicazione degli Atti del Convegno. L’argomento prospetta interventi e relazioni di grande interesse musicale e più ampiamente culturale.
PRESENTAZIONE DEGLI ATTI DEL XXIII CONVEGNO INTERNAZIONALE SUL VIOLINO – 14 SETTEMBRE 2024 – Sala “Dora Bassi” Gorizia
GIANNI DRASCEK – Curatore degli Atti dei Convegni Internazionali sul Violino
Il Neoclassicismo musicale in Europa e in Italia negli anni ’20 e 30’ del XX secolo è il titolo del 23° Convegno Internazionale sul Violino, organizzato dall’Associazione Culturale “Maestro Rodolfo Lipizer” di Gorizia nella giornata di giovedì 6 settembre 2022, nell’ambito del 41° Concorso Internazionale di Violino “Premio Rodolfo Lipizer”. La Sala della Regione Friuli Venezia Giulia di Gorizia è stata la sede della manifestazione.
Il presidente e coordinatore dell’evento M° Virginio Zoccatelli ne ha proposto il titolo, occasionato anche del centenario dell’opera buffa Mavra (1922) di Igor Stravinsky, riconosciuto come il suo primo lavoro decisamente “neoclassico”. Secondo Ernest Ansermet con quest’operina “assistiamo alla messa in atto di un processo di riduzione da parte di Stravinsky… che dà l’avvio a una nuova fase in cui la musica si spoglia di tutto ciò che l’aveva irrigidita”.
“Il concetto di neoclassicismo musicale… sottoposto ad un esame critico rivela contorni piuttosto problematici” e tale è “l’individuazione dell’arco cronologico e delle peculiarità stilistiche” (Raffaele Pozzi, L’ideologia neoclassica); e ancòra: “la definizione concettuale del ‘neoclassicismo’, come quella del ‘classicismo’, presenta in musica molti aspetti problematici” e “il neoclassicismo musicale non è una corrente dai caratteri stilistici ben determinati, configurandosi come un recupero e una reinvenzione di diversi modelli del passato. ” (Umberto Eco, Storia della civiltà europea).
Queste frasi evidenziano un dato di “problematicità” che include la stessa “definizione” di neoclassicismo – eppure ogni problema se ben posto afferisce alla propria soluzione – caratteristica questa che è stata constatata ed elaborata durante i lavori del Convegno dai relatori provenienti da Polonia, Olanda, Australia, Giappone, Ucraina e Italia.
Ole Bøhn dichiara l’impossibilità di una definizione univoca di neoclassicismo, poiché “ci saranno molte interpretazioni su cosa intendiamo veramente con questo termine” e afferma anche che esso “esiste nella musica di oggi” tanto da essere applicato dai compositori minimalisti.
Secondo Andrea Mannucci il “rapporto filosofico fra antico e moderno e le dinamiche dell’agire umano fra tradizione e innovazione” assumono nei primi decenni del ‘900 connotati degni di essere osservati e evidenziati. Per Luigi Maiello il neoclassicismo novecentesco tende al recupero della forma ma allo stesso tempo del rapporto con il pubblico; infatti “è difficile negare che l’armonia tonale classica abbia una qualche legittimazione naturale, si adatti cioè alle esigenze percettive dell’essere umano allo stadio più elementare e spontaneo. Un’idea che è stata avversata dalle avanguardie durante tutto il Novecento”.
Mario Pagotto afferma che il neoclassicismo “si presenta… come un movimento molto ampio e dalle infinite sfaccettatura estetiche… e sottintende la ricerca dell’ordine, della simmetria formale, degli equilibri dinamici”… presuppone, inoltre, un atteggiamento fortemente rivolto al passato, non scevro di prestiti e appropriazioni, o rifacimenti a stilemi o ideali musicali appartenenti ad un periodo di tempo indefinito.
Indicativa la relazione di Silvano Minella riguardante Futurismo e neoclassicismo, che allude al rapporto tra avanguardie musicali del primo ‘900 e neoclassicismo. Uno dei più grandi detrattori del movimento neoclassico fu Arnold Schönberg, che lo identificava come movimento regressivo e reazionario, pernicioso all’evoluzione della musica. A tale proposito per Luigi Maiello l’idea che la musica debba evolvere e progredire come una scienza o come la tecnica è “un assunto del tutto arbitrario, discutibile ed esteticamente infondato.”
Dunque, un quadro complesso, di indubitabile interesse musicale e culturale che ha coinvolto i relatori in un’indagine sul neoclassicismo da vari punti di vista e sotto diversi aspetti più ampiamente storico-musicali e/o più squisitamente tecnico-musicali.
Di quest’ultimo aspetto, puntuali sono le analisi diFontane di Roma (1916), I Pini di Roma (1924) e Feste romane (1928) di Ottorino Respighi da parte di Andrea Mannucci; Giorgio Susana analizza Rispetti e Strambotti (1920) e la Sesta Sinfonia “degli Archi” (1947) di Gian Francesco Malipiero; Sergiu Schwartz la Sonata nr. 2 per Violino e Pianoforte “Poeme Mistique” (1924) di Ernest Bloch; Yoshiaki Shibata la Sonata op. 31 nr. 2 di Paul Hindemith (1924).
Ampio spazio viene riservato alle composizioni Igor Stravinsky: Giuseppe La Rosa analizza Les Cinq Doigts (1921), Mario Pagotto all’Octet (1922), Virginio Zoccatellial Monumentum pro Gesualdo da Venosa (1960). Quest’ultima data dilata quindi ben aldilà degli anni ’20 e ’30 del ‘900 la periodizzazione del neoclassicismo.
Geograficamente diffuso lo sviluppo del neoclassicismo, come evidenziato da Dominika Ewa Falger con “uno sguardo sui compositori polacchi”, Igor Pylatyuk, nelle “tendenze neoclassiche nella musica strumentale ukraina”, Susan Collins nella musica australiana e Ole Bøhn in quella norvegese.
In italia, fondamentale al riguardo la visione musicale Ferruccio Busoni, il movimento neoclassico ha espresso un nutrito numero di compositori tra cui Alfredo Casella, “instancabile divulgatore [che] aveva fondato nel 1916 la Società Nazionale di Musica”, che nel secondo dopoguerra prenderà il nome di Società Italiana di Musica Contemporanea, di cui parla dettagliatamente nel suo intervento Renzo Cresci. Per Marco Fornaciari “il compositore italiano che nel ‘900 più di tutti ha attinto dal passato” è Ottorino Respighi, note le sue Antiche danze ed arie per liuto (1932), autore più volte e a vario titolo citato nelle relazioni presentate durante il Convegno.
Da questa Presentazione, forzatamente stringata per ragioni di sintesi e spazi editoriali e che tralascia molti altri aspetti e argomenti trattati durante il Convegno, si evince trattarsi di un incontro di evidente interesse musicologico tra esperti del settore, musicisti e violinisti, le cui relazioni vengono presentate in questo dodicesimo volume di Atti dei Convegni Internazionali sul Violino organizzati dall’Associazione “Maestro Rodolfo Lipizer” di Gorizia, in vari periodi dal 1983, grazie ai contributi dei vari Ministeri della Cultura che si sono susseguiti nel tempo.

