Wiener Mozart – Trio protagonista del concerto “Lipizer”

Il Wiener Mozart-Trio, protagonista del concerto “Lipizer” di venerdì 4 marzo ’22 al Teatro L. Bratuž di Gorizia, è stato fondato nel 1991 ed è composto da Irina Belanskaja-Auner- pianoforte, nata in Russia e diplomata al Conservatorio di San Pietroburgo, Daniel Auner – violino, vincitore di diversi concorsi, suona l’ “Elia” di G.B. Guadagnini, messogli a disposizione dalla Banca Nazionale d’Austria e Diethard Auner – violoncello, il quale ha studiato al Conservatorio di Vienna e si è diplomato a San Pietroburgo. Questo trio “familiare” si è esibito nelle più rinomate sale da concerto d’Europa e d’Asia, facendo conoscere a un largo pubblico tutte le epoche stilistiche da W.A. Mozart ai Grandi Classici Viennesi ad oggi. Inoltre organizza in proprio dal 2012 un festival internazionale di musica nel castello Hunyadi, a sud di Vienna, al quale ogni anno partecipano come ospiti rinomati musicisti ed ensemble.

Nel concerto di venerdì il Trio ha presentato un programma di severo impegno proposto, attraverso compiutezza tecnica e interpretativa, con un’attrattiva efficacia musicale. Per iniziare di W.A. Mozart il Piano Trio n. 4 in Si bemolle maggiore KV 502, scritto nel 1786, quarto dei sei Trii per pianoforte, violino e violoncello, e considerato uno dei più importanti della serie. Albert Einstein (va ricordato che nel 1903 il celebre fisico si era laureato in Musicologia e Composizione all’Università di Monaco) nel suo libro “W.A. Mozart. Il carattere e le opere”, edito nel 1951, scrive che il trio si articola nei suoi tre tempi “con freschezza inventiva e una amabilità contrappuntistica che si fondono in una sublime unità”. Assai piacevole l’impasto stilistico “mozartiano” offerto dal Trio, in particolare nell’Allegretto finale in ritmo di gavotta. Di tutt’altra cifra musicale il post-romantico Trio élégiaque n. 1 in Sol minore, scritto a Mosca nel 1892 dal diciottenne S. Rachmaninov. L’intera composizione si struttura sul ripetitivo tema di apertura, un motivo ascendente di quattro note: decisamente efficace l’esecuzione dell’ensemble di comprimari, visto anche il consenso espresso dagli applausi del numeroso pubblico presente in sala. A seguire il primo dei tre Trii scritti da R. Schumann, il Trio in re minore op. 63, composto nel 1847 quando l’autore, trasferitosi a Dresda, dovette affrontare delle vicende familiari particolarmente negative, tra cui la morte del figlio di un anno. Scritto in quattro movimenti dai titoli in lingua tedesca, qui tradotti in italiano – Con energia e passione/Vivace ma non troppo veloce. Trio/Lentamente, con profondo sentimento. Più commosso/Con fuoco – il Trio per “la sua inquietudine, la sua passione, il lirismo intenso, il perfetto equilibrio tra i tre strumenti” (A. De Bei) raggiunge vertici non toccati dagli altri due trii: perfetta l’esecuzione della composizione, sostenuta dal deciso pianismo di Irina Auner. Ancora Schumann con il suo Duett op. 34 nel richiesto bis di fine concerto. Ancora una volta la musica scritta da così eminenti compositori ed eseguita con tale intensa espressività ci induce, maggiormente come nei tempi storicamente così complicati che stiamo vivendo – purtroppo guerra compresa -, alla riflessione su noi stessi e sulle vicende che accadono al di fuori di noi.

Gianni Drascek

Marzo 7th, 2022