I Suoni del ‘900

Venerdì 21 Gennaio 2022 sul palco del Teatro L. Bratuž di Gorizia in variate disposizioni, a seconda dei brani eseguiti, marimbe, xilofono, woodblock, tom-tom, vibrafono, timpani, batteria e tamburi di ogni tipo compresa la grancassa in un interessante e inusuale concerto per percussioni. Protagonisti e individualmente detentori di vari premi in concorsi nazionali e internazionali nonché di borse di studio per la valorizzazione della musica contemporanea, i percussionisti Ivan Boaro e Marco Viel, coprotagonisti in un duo fondato nel 2018 all’interno del Conservatorio “G. Tartini” di Trieste e vincitore nel 2019 del XIV ‘’Premio Nazionale delle Arti’’, promosso dal Ministero dell’Istruzione nella categoria Musica da Camera.

Elemento base di tutta la musica, il ritmo è essenziale nella musica per percussioni e sicuramente le suggestioni ritmiche offerte dai brani ascoltati durante il concerto hanno accompagnato mentalmente – e fors’anche in leggerezza con i piedi – i presenti in sala. Il duo di giovani esecutori ha proposto nelle due parti della serata musiche di compositori di musica “seria” nati nel ‘900, dal 1922 al 1981: “As one” (come uno solo) dello statunitense Gene Koshinski, in cui un nucleo sonoro viene reiterato dai due esecutori in varie trasformazioni ritmiche, la postmoderna “Toccata” dell’inglese Anders Koppel che include tra l’altro reminiscenze bachiane e un orecchiabile valzer, infine un classico della musica solistica per percussioni, “Rebonds” – eseguito per la prima volta a Roma nel 1988 -, brano bipartito del greco Jannis Xenakis, di cui ricorre il centenario della nascita, in cui Ivan Boaro e Marco Viel si sono alternati nelle due parti della composizione per solo, cimentandosi entrambi con spiccata perizia nei “rimbalzi” sui tamburi. A seguire nella seconda parte, del polacco Tomazs Golinski “The asburd world II” ancora per due marimbe, il polifonico “Eight on 3 Nine on 2”, duo per sole percussioni dell’americano Robert Marino e “Octabones” (in allusione alle otto bacchette-ossa usate dagli esecutori) dell’israeliano Adi Morag. Una presentazione di autori in gran parte di area anglosassone, in cui i due percussionisti hanno messo in mostra doti tecniche decisamente non comuni. Virtuosismo esecutivo, dunque, ma anche sonorità meditative nel corso dell’intera performace condotta con precisione da metronomo dal duo, che ha concluso con un bis: in omaggio a Igor Stravinsky, autore grazie al quale il ritmo nella musica del ‘900 ha acquisito dimensione evidente – basti pensare alla Sacre du printemps -, hanno eseguito il suo celebre “Tango”, composizione originariamente per pianoforte e qui in arrangiamento del duo per marimba. E’ stata un’immersione, piacevole e istruttiva non solo musicalmente, nei “suoni” per percussioni della musica contemporanea.

Gianni Drascek

Gennaio 26th, 2022