Il Duo Polaris in “Musiche dal mondo”
Il Duo Polaris in
“Musiche dal mondo”
Il Duo Polaris,
composto da Simone Moschitz – sassofoni e Daniele Bonini –
pianoforte, giovani diplomati con lode presso il Conservatorio “G.
Verdi” di Milano, è stato fondato nel 2018 e da subito si è
affermato in importanti competizioni cameristiche nazionali e
internazionali, ottenendo primi premi e apprezzamenti di giurie e
pubblico. Il duo si è esibito in prestigiose sale da concerto, in
rinomati festival e importanti istituzioni musicali. Venerdì 23
Ottobre 2020 si è presentato sul palco del Teatro “L. Bratuž nel
secondo Concerto della Sera della Stagione concertistica “Elena
Lipizer” 2020-2021. “Musiche dal Mondo” è il titolo del
concerto e i compositori dei brani presentati al pubblico, folto ma
distanziato, provengono per nascita da varie nazioni: nella prima
parte della serata sono state eseguite musiche dell’argentino Astor
Piazzolla (1921-1992), celebrato qui nel 100° anniversario della
nascita, nato a Mar del Plata, del praghese Erwin Schulhoff
(1894-1942 vittima della Schoah), del giapponese Takashi Yoshimatsu
nato a Tokio nel 1953; nella seconda parte, brani dello statunitense
William Albright (1944-1998) ma nato in Cile, del navarrese di Falces
in Spagna Pedro Iturralde (1929), dell’inglese Graham Fitkin (1963)
nato a Crows-an-Wra in Cornovaglia, ma tutti grazie alla musica
“cittadini del mondo”. Polaris è la nota stella dell’Orsa
minore, e in effetti il duo ha evidenziato brillantezza in una
sonorità d’insieme tecnicamente originale. Celebri, e altrettanto
eseguiti, i tanghi di Piazzolla Escuelo – Oblivion – La muerte del
angel, in cui il sax ha sostituito il bandoneon ottenendo pari
suggestione “tanguera”. Secondo pezzo: la quadripartita
Hot-Sonate per piano e sax contralto del 1930 di E. Schulhoff, autore
che si ispira alla Seconda Scuola Viennese, influenzata da
Schoenberg, Webern e Berg, e fu attratto dal movimento Dada di
Berlino e incontrò George Grosz e la Neue Sachlichkeit.
La Sonata,
in cui allignano afmosfere weilliane, stravinskyane e influenze jazz,
è stata eseguita con decise e sapienti verve e tecnica da entrambi i
musicisti in un melange che richiamava atmosfere da Weimarer
Republik. La prima parte della serata è stata conclusa dalla Fuzzy
Bird Sonata di Yoshimatsu del 1991, una fusione di vari stili
compositivi, cui si aggiungono alcune sfide tecniche per gli
esecutori, qui in patente proprio agio. La seconda parte è stata
aperta da un’introduzione esplicativa del pianista Bonini sulla
Sonata del 1984 di W. Albright: deliberatamente eclettica, nelle sue
quattro parti essa cita Bach, la Ciaccona nell’intimistico secondo
movimento riguardante il “lament” per la morte avvenuta nell’84
dell’amico George Cacioppo, chimico e musicista, che termina con un
ripetuto suono di campana prodotto dal pianoforte, e poi lo Scherzo
dal titolo Will o’ the wisp (fuoco fatuo) nel solco della
contemporary music, in cui si percepiscono sonorità jazz quasi da
improvvisazione e un finale be-bop alla Charlie Parker. Poi un salto
sonoro in atmosfere balcaniche con la Suite Hellenique di Iturralde
per arrivare
infine al
minimalistico Gate di Fitkin datato 2001, eseguito da Moschitz al sax
soprano, che inizia con un trillo variato e viene accompagnato poi da
un’alternanza costante di battute al pianoforte. Due bis nel solco
degli autori in programma: Pequena Czarda di Iturralde e Libertango
di Piazzolla. Il titolo del programma recitava Musiche ”dal”
mondo, sì… ma soprattutto “di” un mondo musicale e sonoro di
grande versatilità esecutiva apprezzata appieno dal pubblico
presente al “Bratuz” di Gorizia. Gianni Drascek
Ottobre 27th, 2020