Splendido concerto di Roberto Cappello per Elena Lipizer
Splendido concerto di Roberto Cappello per Elena Lipizer
I superlativi rischiano talvolta di risultare enfatizzanti o
autocelebrativi o inadeguati “per troppo di vigore” al soggetto o all’oggeto
cui si riferiscono: il recital beethoveniano del pianista Roberto Cappello di
venerdì 31 luglio può definirsi invece, a pieno titolo e realisticamente,
“bellissimo”. Dedicato a Elena Lipizer, l’ultimo concerto della Stagione
concertistica 2019-2020 a lei dedicata, prolungatasi fino al 31 luglio causa il
confinamento anche “musicale” dei mesi scorsi, ha offerto al pubblico
l’eccezionale occasione d’ascolto di tre Sonate di L. van Beethoven, nel 250°
anniversario della nascita, la Sonata n. 14 “Quasi una Fantasia” op.
27 n. 2 “Chiaro di luna” (1801), la Sonata n. 23 in Fa min. op. 57
“Appassionata” (1806) e la Sonata in Do min. op. 111 (1821)… già il programma
scelto dal pianista è di per sé poderoso e musicalmente ammirabile. Le tre
Sonate sono state introdotte dalla sintesi storico-musicale dal Procuratore
della Repubblica di Udine dr. Antonio De Nicolo, alunno e diplomato di
pianoforte di Elena Lipizer e membro fondatore dell’Associazione “Lipizer”, con
puntuale chiarezza conoscitiva. Ricordando la Professoressa, si è posto poi la
domanda su quali fossero i suoi rapporti con la città, con la musica, con il
pianoforte:
Elena Lipizer era legata profondamente come il padre Rodolfo a
Gorizia, la musica per lei era espressione di vita e il pianoforte un mezzo per
insegnare ed amare
la bellezza. Un
ritratto condiviso dal pubblico, tra cui i numerosi ex-alunni presenti in sala.
E poi, a proposito di bellezza di suono e di tocco, ma pure di vigore e di
tecnica, sul palco del Teatro L. Bratuž è salito Roberto Cappello, ospite della
“Lipizer” per l’undicesima volta: Primo Premio all’ostico Concorso Pianistico
Internazionale “F. Busoni”, tournée con oltre duemila concerti, docente di
masterclass e corsi di perfezionamento, presidente di giurie di concorsi
pianistici in tutto il mondo, già docente di pianoforte principale e Direttore
al Conservatorio di Musica “A. Boito” di Parma, Accademico di Santa Cecilia in
Roma. All’inizio, la Sonata n. 14 op. 27 n. 2 in tre movimenti, dedicata alla
contessa Giulietta Guicciardi allieva sedicenne di Beethoven: Adagio sostenuto
“una di quelle poesie che il linguaggio umano non giunge a definire” (H. Berlioz),
Allegretto “un fiore fra due abissi” (F. Liszt) e l’irruente Presto-Agitato,
queste alcune definizioni della Sonata, al cui esecutore il pubblico da subito
ha dato un meritato e incondizionato credito. Di seguito la Sonata n. 23 in Fa
min. op. 57 Appassionata, dedicata al conte Franz von Brunsvik, altrettanto
nota ed emozionante. Il titolo è apocrifo e comparve in un’edizione a stampa
dopo la morte dell’autore. Secondo F. Busoni in essa “il temperamento mette al
pensiero e ai bollori del sentimento la maschera d’una sfrenatezza corporea”:
entusiasmante per il virtuosimo trascendentale l’esecuzione di Cappello
dell’Allegro ma non troppo.
Dopo la pausa, la Sonata in Do min. op. 111 in due soli movimenti,
l’ultima pianistica composta da Beethoven. T. Mann nel cap. VII del suo romanzo
“Doctor Faustus” attraverso il personaggio di Kretschmar parla ampiamente di
questa
sonata e ne fa l’esegesi. Essa,
stupefacente per la sua “modernità” l’Arietta, “segna non solo il commiato di
Beethoven dalla sonata pianistica, ma la fine della sonata stessa come genere
musicale” (L. Bianchi). Nonostante il visibile e giustificato affaticamento, ma
gratificato dai reiterati applausi, Roberto Cappello ha concesso generosamente
al pubblico, da cui erano emersi numerosi “bravo” ad alta voce, ben due brani:
il Corale 147 dalla Cantata BWV 147 “Jesus bleibet meine Freude” di J.S. Bach e
Widmung di R. Schumann. Concerto assolutamente da ricordare.
Gianni Drascek
Agosto 3rd, 2020