La magia dell’opera alla Lipizer

La magia dell’opera alla Lipizer La magia della voce “La magia della voce”, terzultimo concerto della Stagione Concertistica “Elena Lipizer” 2019-’20, ha visto Venerdì 17 luglio sul palco del Teatro “L. Bratuž” il soprano Giulia Della Peruta, il baritono Christian Federici e il pianista Ferdinando Mussutto. Il trio ha presentato, introdotti dallo spigliato soprano, brani da opere celeberrime. In “La molinara” (1788) dramma giocoso di G. Paisiello, Rachelina – “dispettosa in amore” – canta “Nel cor più non mi sento”: subito si sono fatte sentire le indubbie e affinate doti canore di Della Peruta. Collegandosi all’aria appena ascoltata, Mussutto ha eseguito in assolo le Variazioni in sol magg. per pianoforte di L. van Beethoven: F.G. Wegeler, amico d’infanzia e autore con F. Ries di una biografia su Beethoven, racconta che questi assisteva in teatro alla rappresentazione dell’opera di Paisiello in compagnia di una dama, la quale si lamentava di aver perduto delle Variazioni sull’aria, al che egli scrisse nella notte sei Variazioni e gliele inviò il giorno dopo: proprio le Variazioni interpretate con nitidi tocco e sonorità da Mussutto. Valga lo stesso apprezzamento per la “Parafrasi da Rigoletto” per pianoforte di F. Liszt, pezzo molto più complesso e virtuosistico che ha fatto gradire, ancora una volta, la musica di G. Verdi. A seguire “La serva padrona” (1733) Intermezzo buffo all’interno dell’opera seria “Il prigionier superbo” di G.B. Pergolesi. Serpina-Della Peruta e Uberto, il baritono Federici con voce energica e dizione chiara, hanno dialogato rappresentando in modo moderno e senza superflue enfasi ”operistiche” mondi lontani ma non per questo psicologicamente meno attuali. A seguire brani da un’opera buffa – per tradizione questo tipo di rappresentazione scenica ha come riferimento i personaggi della Commedia dell’arte – il Don Pasquale di G. Donizetti, in prima esecuzione a Parigi nel 1843: Norina-Della Peruta e Malatesta-Federici in proprie arie e poi in duetto hanno resa manifesta la “magia” che posseggono e trasmettono belle e giovani voci. Faceva osservare Della Peruta come gran parte dei personaggi femminili nell’opera buffa siano delle -ine: Rachelina, Serpina, Norina, scaltre e determinate negli obiettivi e quindi per certi aspetti attuali. Altra atmosfera ne “Il flauto magico”, Singspiel composto 1791, in due atti di W.A. Mozart. Banco di prova per ogni soprano “Der hoelle Rache” (La vendetta infernale), celebre aria della Regina della notte (racconta Della Peruta, pare che indiretta ispiratrice dell’aria sia stata la suocera di Mozart, madre di Costanze), è stata cantata con nonchalance e senza esasperazione degli acuti dal soprano, poi di Mozart dal Don Giovanni “Deh vieni alla finestra”, aria del baritono con accompagnamento di pianoforte sostitutivo qui del mandolino e infine dalle Nozze di Figaro recitativo e il duetto “Che imbarazzo è mai questo… Crudel perché fin’ora” e come bis dalla medesima opera la notissima aria “Là ci darem la mano”. Un trio con carriere di eccellenza, segnate da premi e riconoscimenti: tutti e tre i componenti con studi musicali presso il Conservatorio J. Tomadini di Udine, con singole importanti esperienze all’estero, collaborazioni rimarchevoli, progetti in atto e carriere in progress. Tutto ciò si è pienamente percepito e hanno comunicato al pubblico nella loro performance goriziana i tre concertisti. Prossimo appuntamento da non perdere Venerdì 24 Luglio con “Il fascino del Settecento Strumentale Italiano”, Protagonisti il Pro Musica String Quartet (composto da Piero Zanon – violino I, Aura D’Orlando – violino II, Marta Shore – viola, Francesca Agostini – violoncello) e Manuel Tomadin – clavicembalo e Giulio Chiandetti – liuto, mandolino, chitarra. Gianni Drascek
Luglio 20th, 2020