IL “GRAN SOLO” DI MARCO FORNACIARI

IL “GRAN SOLO” DI MARCO FORNACIARI Marco Fornaciari Nel concerto dal titolo “Gran Solo” di Venerdì 10 luglio al Teatro “L. Bratuž di Gorizia il pubblico presente ha potuto ascoltare l’impegnativo ed eccellente recital del violinista Marco Fornaciari. Giunge particolarmente significativa e gradita la sua performance, quasi a coronamento del lavoro di grande impegno che lo ha visto co-curatore con Lorenzo Qualli della “Revisione delle Sonate e Partite di J.S. Bach di Rodolfo Lipizer”, recentemente edita dalle Edizioni Ricordi grazie al contributo del MiBACT. Va ricordato pure che nel 2000, in occasione del 250° della morte di Bach, si era tenuto a Gorizia un Convegno di grande interesse incentrato in gran parte proprio sulle Sonate e Partite e sulla Revisione di Lipizer, organizzato dall’Associazione Lipizer nell’ambito del 21° Concorso, cui avevano partecipato relatori e violinisti giunti da varie parti del mondo. A ciò va aggiunta la pubblicazione del violinista Fabrizio Casu, in questa occasione ritrovato compagno di scuola di Fornaciari, de “Dall’umano verso il divino”, libro che analizza da un punto di vista musicale e filosofico la Sonate e Partite, pubblicato nel 2015 dalla “Lipizer”. Un tanto per ulteriormente sottolineare la significatività di quanto e di chi si è esibito nella serata di venerdì sera. Protagonista con una carriera prestigiosa, fra i pochissimi cui è stato consentito più volte di suonare lo Stradivari del Comune di Cremona e il Guarneri di Paganini del Comune di Genova, Fornaciari ha introdotto le due parti della serata con puntuali chiarimenti sui brani, accompagnati da un’aneddotica attinente. Ha eseguito da par suo alcune parti dalle Sonate e Partite per violino solo di J.S. Bach, innovativo “monumento musicale” che fu composto nel 1720 – cade quindi il 300° anniversario della loro stesura – dopo la morte prematura della prima moglie Maria Barbara, opera predisposta in bella copia da Bach ma circolante in altre copie tra cui quella della seconda moglieAnna Magdalena, ritenuta per lungo tempo dell’autore prima del ritrovamento dell’autentica nel 1917; la Sonata n. 13 in Si minore di G. Tartini, nel 250° anniversario della morte, autore del celebre “Trattato di Musica” del 1754 e dell’individuazione del “terzo suono”; il Duetto a un violino solo di G.B. Viotti, autore stimatissimo dallo stesso Beethoven; Nel cor più non mi sento da “La bella molinara” di G. Paisiello di N. Paganini, composizione mai pubblicata da Paganini stesso ma trascritta dopo diversi ascolti in teatro da un suo estimatore, come racconta il musicologo Martin Geck; infine come bis “6 Laendler” in Si bem. Magg. di Schubert, a conclusione di un concerto che ha progressivamente catalizzato il pubblico del Bratuž, sospeso e ammutolito dai finali virtuosismi iperbolici del Paisiello paganiniano. Che dire del violinismo di Marco Fornaciari? Parlano da sé il curriculum del Maestro e la scelta stessa del repertorio presentato che, per la difficoltà e per complessità sia tecnica sia interpretativa, denota una conoscenza profonda, musicalmente e culturalmente, degli autori in programma. Un concerto, dunque, di grande intensità anche emotiva. Prossimo appuntamento “La magia della voce”, che vedrà protagonisti venerdì 17 luglio il soprano Giulia Della Peruta, il baritono Christian Federici e il pianista Ferdinando Mussutto. Gianni Drascek
Luglio 13th, 2020