
Sold Out per la TEJO al Cotton Club
Sold Out per la TEJO al Cotton Club
L’Associazione
Culturale “Lipizer” ha presentato Venerdì 14 febbraio al Teatro
Bratuž di Gorizia, in matinée per le scuole e in concerto serale,
lo spettacolo UNA NOTTE AL COTTON CLUB – I RUGGENTI ANNI ’20. In
quegli anni il Cotton Club fu un frequentatissimo night club alla
moda nel quartiere di Harlem a New York, dove si esibivano le più
celebri orchestre e noti cantanti jazz. Protagonisti della
serata sul palco del Bratuž la Trieste Early Jazz Orchestra diretta
dal M° Livio Laurenti, i cantanti Paolo Venier, Ana Pilat e il trio
Anakrousis, le coppie di ballerini di tip-tap della Scuola di Ballo
TocToc di Trieste e di Lindy hop dello Studio Dansa di Lubiana. In un
teatro sold out il concerto, dal punto di vista musicale, vocale e
coreutico molto divertente e piacevole ma anche informativo, è stato
presentato con amabilità dal direttore Laurenti. Accompagnati da una
“little” band di undici elementi (pianoforte, batteria, chitarra,
violino, sette ance) ma “big” dal punto di vista esecutivo, i
giovanissimi tappers Martina Mazzer e Piero Lo Piccolo e i Lindy hop
dancers Eva Pocivavsek e Metod Javornik si sono esibiti, non
risparmiandosi, in graditissime performance nei rispettivi tipi di
ballo. Secondo la scuola di pensiero più diffusa la patria della tap
dance (in Italia tip-tap) è l’Irlanda, dove si ballava dalla fine
del 1500 la giga (la clog dance, la danza degli zoccoli), che da
ballo di popolo diventò anche danza di corte; essa è entrata anche
nella musica colta e nel balletto, si veda ad esempio la clog dance
nella Fille mal gardée di Ferdinand Hérold con coreografia di
Frederick Ashton.
Furono gli emigranti irlandesi di fine ’800 e del
‘900 a farla conoscere e diffondere in America. La tap dance
divenne un ballo di grande popolarità grazie a ballerini
eccezionali, tra cui Bill “Bojangles” Robinson, Fred
Astaire, Ginger Rogers,Gene Kelly e tanti altri, che la
diffusero nei teatri e attraverso musical e film. Il Lindy hop (il
balzo di Lindy) invece è nato ad Harlem durante una maratona di
ballo in occasione delle celebrazioni per la trasvolata atlantica del
1927 diCharles Lindbergh(detto Lindy) e diffusosi in
seguito in Europa. Nome di riferimento di questo ballo, che divenne
fenomeno di massa, fu Frankie Manning. Applauditi i dancers e belle
le voci scientemente rétro di solisti Venier e Pilat e del
giovanissimo trio vocale, che hanno saputo ricreare l’atmosfera di
quegli anni, appannata all’ascolto da un che di malinconico e
nostalgico: si sono così susseguite note composizioni di F.
Henderson, K. Weil, L. Pollak, G. Clarke, J. Mc Huge, J. Palmer e C.
Washburn, intercalate da brani per orchestra, tra cui quelli di G. e
I. Gershwin, D. Ellington e l’accorato “Si tu vois ma mère“ di
S. Bechet con assolo di sax soprano… ma si sono potuti ascoltare in
altre composizioni i pregevoli assoli jazz di ciascun componente
l’orchestra. Un programma, dunque, di noti evergreen degli Anni
Ruggenti e poco oltre, ricreati con ragguardevole veridicità
esecutiva vocale e orchestrale dalla Trieste Early Jazz Orchestra. Un
plauso per i suoi interventi “teatrali” non privi di arguzia ed
educato doppio senso al suo direttore, il quale in tempi recenti ha
registrato con la sua orchestra un CD live proprio dal titolo Una
notte al Cotton Club, che ha fatto ricordare attraverso l’esecuzione
di “Am I blue” The Cotton Club, il celebre film di F. Ford
Coppola del 1984, e ha fatto sapientemente rivivere al pubblico in
sala quell’atmosfera. Gianni Drascek
Febbraio 17th, 2020
