Un accattivante viaggio musicale con l’OPV Brass Quintet
Un accattivante viaggio musicale con l’OPV Brass Quintet
Venerdì
sera 22 febbraio al Teatro “L. Bratuž” di Gorizia l’OPV Brass
Quintet, protagonista del nono Concerto della Sera della Stagione
Concertistica “Elena Lipizer”, ha accompagnato il numeroso
pubblico presente in un viaggio musicale “intorno al mondo”,
toccando idealmente attraverso gli autori e le loro musiche Francia,
Germania, Ungheria, Cina, Italia, Stati Uniti, Argentina e l’
“universo mondo” grazie al concesso bis “
Fra
Martino
campanaro
”,
brano
tradotto e cantato in quasi tutte le lingue. Il quintetto è
un
gruppo da camera costituito dalla sezione d’ottoni
dell’Orchestra
di Padova e del Veneto e composto da
Simone
Lonardi – spiritoso e didattico conduttore del concerto – e Roberto
Caterini – trombe,
Marco
Bertona – corno
,
Alessio Brontesi
(new entry) – trombone
e
Fabio
Rovere – trombone basso,
musicisti
di formazione classica che hanno collaborato con le più importanti
orchestre italiane e straniere:
dalla Fenice di Venezia al Teatro
alla Scala di Milano, dall’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino
all’Orchestra Toscanini di Parma, dal Klang Forum di Vienna alla
Saltzburg Chamber Soloist (Austria), dall’European Union Chamber
Orchestra (Gran Bretagna) al Teatro dell’Opera Nazionale di Rijeka
(Croazia) e al Moscow Chamber Soloist (Russia). Il quintetto
interpreta sia il repertorio originale per ottoni sia altri generi,
dal barocco al jazz, con l’obiettivo di far ascoltare buona musica
e divertire il pubblico con esecuzioni e arrangiamenti di alta
qualità. Nel programma della serata si sono potuti ascoltare brani
raggruppabili in tre filoni: quello tradizionale con Chinese Folksong
(eseguito da tutti con sordina sullo strumento per creare ancor più
una suggestione “sinica”), Just a closer Walk with Thee (ossia il
New Orleans funeral in un crescendo da triste ad allegro), The
Saint’s Hallelujah (più noto come When the saints go marching,
concertato in “compresenza” con l’Hallelujah di Haendel);
quello classico con
Piccola
fuga
in
sol minore BWV 578
di
J.S.
Bach
,
il
Rondeau
dalla “Sinfonie de Fanfares” di
J.-J.
Mouret
nell’arrangiamento di W. Barnes, la Danza ungherese
n.
5 di J. Brahms, una piacevolmente teatralizzata “Largo al factotum”
di G. Rossini, cavatina dall’opera “Il barbiere di Siviglia”;
un medley di musiche da film di E. Morricone e dal musical West side
story di L. Bernstein, nonché
La
cumparsita, celeberrimo e ritmato tango di M. Rodriguez.
Tanto, tra ripetuti applausi, da poter soddisfare attraverso la
versatilità diversi tipi di ascolto ed esigenze musicali. Da
rilevare anche, al di là della musica, una particolare inclinazione
dell’ensemble a “saper stare sul palcoscenico”, finalizzata
sapientemente a catturare e accattivarsi l’attenzione della platea.
Palese
la capacità esecutiva e comunicativa del quintetto, i cui componenti
gestiscono gli ottoni con una facilità che sottintende una pratica
costante, accompagnata da indubbio talento e personale soddisfazione
esecutiva.
Gianni Drascek
Febbraio 28th, 2019