Corazón de Tango e i tangueros di Guillermo Berzins: tango e folclore

Coraz ón de Tango e i tangueros di Guillermo Berzins: tango e folclore foto T. Scappin “ Tango fatal”, questo il titolo dello spettacolo, organizzato dall’Associazione “Lipizer”, che Venerdì 23 Novembre ha avuto luogo di fronte a un folto pubblico al Teatro “L. Bratuž” di Gorizia nell’ambito della Stagione concertistica “Elena Lipizer” 2018-2019. L’aveva preceduto la partecipata e didattica matinée per le scuole all’interno del ciclo “I giovani e la musica”. I protagonisti sono stati il corpo di ballo del coreografo e tanguero argentino Guillermo Berzins, riconosciuto a livello mondiale come maestro, b allerino e coreografo, con i danzatori Marijana Tanasković, Simone Pradissitto e Costanza Gruber, Sa š a Živkovi ć e Diletta Milocco e l’ensemble “ Corazón de Tango”, diretto e formato dal primo violino del Teatro Nazionale Sloveno di Maribor Oksana Peceny Dolenc e da Jan Sever – pianoforte, Andraž Frece – bandoneón, Matic Dolenc – chitarra, Žiga Trilar – contrabbasso. Si sono avvicendati sul palco “quadri” di musica e musica-danza, che hanno rappresentato il meglio della tradizione argentina dal punto di vista porteño e da quello folclorico foto2 T.Scappin Qualche titolo di tango eseguito con verve e affiatamento dal “Corazon”: da “Che Buonos Aires” di R. Garello a “Nocturna” di J. Plaza, da “Tanguera” di M. Morales a “Oblivion” di A. Piazzolla e la non evitabile “Cumparsita” di G.M. Rodriguez. Oksana Peceny Dolenc, con il suo complesso, ha eseguito a termine serata anche la celebre e vorticosa “Czárdás” di V. Monti, trasferendosi musicalmente in Ungheria. Le tre coppie di danzatori si sono spese senza risparmio in una serie, talvolta in modo acrobatico, di riconoscibili tanghi noti o famosi, tra cui “El Lloron”, “Patetico”, “Cafè Dominguez”, “Desdè el alma”. Movenze sinuose e ammiccanti da parte delle tangueras con cambio d’abito, perentorie ed energiche quelle dei tangueros, che si sono esibiti anche in una serie di danze folcloriche del nord argentino e/o delle pampas su musiche di J. Rojas: “Chacarena al Yapa”, “Chamamè” (ballo della provincia di Corrientes proposto dall’Argentina per l’inclusione nell’elenco dei beni culturali immateriali dell’UNESCO) , “Zamba” con l’uso ritmico di tamburi, “Malambo” con bombo (tamburo tipico della musica andina) e boleadoras (lacci di cuoio usati dai gauchos, i mandriani della pampa). Una serata, dunque, di cui ha fatto parte a pieno titolo anche l’etnonogia. E che dire dei passi caratteristici del tango, usati iteratamente sul palco? Sacada, gancho, castigada, sentadita, ecc. eseguiti con una naturalezza che sottintende un’attenta e ragionata frequentazione, nonché l’appagamento degli esecutori nel ballarli “bene”. Al primo bis è seguito un secondo, tra il battimani ritmato del pubblico, con il corpo di ballo itinerante e danzante nelle corsie del teatro. Nel programma di sala si pronosticava uno spettacolo con “un forte impatto emotivo”, “un’ambientazione astratta e sospesa”, a cui bisogna aggiungere meritatamente la professionalità, la preparazione e il coinvolgimento dell’intero gruppo nella sua componente musicale e coreica. Gianni Drascek
Novembre 26th, 2018