L’ENSEMBLE “SCOZZESE” TRA MUSICA E STORIA
L’Ensemble
“Scozzese” tra musica e storia.
L’Ensemble
“Scozzese”
, formato da musicisti che propongono delle
trascrizioni di brani musicali appartenenti al genere sia classico
sia leggero, si esibisce anche in concerti a tema in un contesto
monografico. Il gruppo cameristico è composto da Piero ZANON –
violino I, Aura D’ORLANDO- violino II, Marta SHORE – viola,
Andrea BARUCCA – violoncello. Sono tutti esecutori con una vasta
esperienza concertistica, che si manifesta in ogni loro esecuzione
con un rigore professionale accompagnato da una garbata musicalità
che richiama la Salonmusik. Il concerto, svoltosi Venerdì 26 Ottobre
2018 – ore 20.45 al Teatro “L. Bratuž” di Gorizia, è stato
organizzato dall’Associazione Culturale “Maestro Rodolfo Lipizer”
onlus
,
nell’ambito della Stagione Concertistica “Elena Lipizer”
2018-2019, con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di
Gorizia, del Comune, della Regione FVG, del MiBAC. Iniziato con
l’esecuzione delle trascrizioni per quartetto d’archi di
“Minuetto I e II”, due delle cinque parti dell’Ouverture dei
“Music Works Royal Fire” (1749) di G.F. Händel, il concerto era
stato preceduto da un’introduzione storico-musicale curata dal
violinista, trascrittore e arrangiatore di tutti i brani ascoltati
durante la serata, M° Piero Zanon:
se quelli della prima parte
rispecchiavano la “Belle époque” britannica” – emblematico a
questo riguardo può essere il quadro di James Tissot “Hush! (The
Concert)” – , quelli della seconda, anch’essi in seguito
introdotti nel loro clima culturale da Zanon, rievocavano l’
“Empire” vittoriano anche nei suoi risvolti musicali “esotici”
(“In a persian market, In a chinese temple garden, In the music
land of Egypt” di A. Ketelbey, autore pure di musica da film, di
cui è stato presentato “The phantommelody”, riproposto a fine
serata come bis) per giungere alla ritmata e virtuosistica “Pomp
and circumstace Marches n. 2” di E. Elgar. Un percorso musicale
interessante e ricco di suggestioni, che non poteva non comprendere
brani di Arthur Sullivan, il massimo autore inglese di operette. Sono
riaffiorati alla memoria motivi musicali arcinoti, collocabili ora
nel loro contesto autorale e storico: “composizioni appartenenti
sia alla storia britannica che a quella europea, un percorso nelle
atmosfere musicali di un’epoca ormai tramontata” (P. Zanon): da
“Rule Britannia” di T. Arne a “Colonel Bogey” di J. Ricketts,
scritto nel 1914 durante la Grande guerra, da “Salut d’amour”
op. 12 di E. Elgar a “Let me call you sweatheart” di L. Friedman,
brani questi ultimi a rappresentare la “romantic love song” in
questa serata di miniature retrò. Concerto apprezzato dal numeroso
pubblico “adulto” presente in sala, talvolta sommessamente
bisbigliante nel caso del riconoscimento di un brano musicale:
all’ensemble, in perfetta sintonia, al di là della evidente
piacevolezza delle esecuzioni, va pure riconosciuto il merito di aver
riproposto un insieme di brani e autori, “portatori” di melodie
sempreverdi, meritevoli di essere ascoltati anche con un intento
latamente filologico. Il quartetto in chiusura aveva incluso nel
programma la “Sleepy lagoon” di H. Coates, celebre brano che ha
avuto nella sua lunga carriera la versione anche della London
Symphony Orchestra: tutto torna.
Gianni
Drascek
Ottobre 29th, 2018