IL DUO CANINO-BALLISTA: SESSANT’ANNI DI AMICIZIA
IL DUO CANINO-BALLISTA: SESSANT’ANNI DI AMICIZIA
Scrive Piero Rattalino nell’ampia e incisiva Presentazione
del Concerto della Sera di Venerdì 23 febbraio organizzato dalla “Lipizer”: “Il
duo formato da Bruno Canino e da Antonio Ballista fu tra i primi a proporre
trascrizioni, sia a quattro mani che per due pianoforti. … Sorpresa – con un
po’ di scandalo – ci fu quando i due eseguirono la Sinfonia n. 9 di Beethoven
trascritta per due pianoforti da Liszt e la “Sagra della primavera” trascritta
a quattro mani da Stravinsky. Assoluzione delle trascrizioni venne
dall’avanguardia. … Tutto d’un botto il Canino-Ballista che stava più avanti
degli altri si trovò sommerso dalla marea montante. E anche la discografia fece
la sua parte: quattro mani e due pianoforti erano stati legittimati a
riprendere qualsiasi trascrizione. … A sessant’anni dalla sua costituzione,
possiamo parlare del duo Canino-Ballista come di un complesso di rilevanza
storica. Il numero delle prime esecuzioni assolute e delle prime esecuzioni
italiane che ebbero come protagonista il duo Canino-Ballista è molto elevato.
Berio, Donatoni, Stockhausen, Boulez, Ligeti, Castaldi, Bussotti… Si può dire
che non c’è pagina importante della seconda metà del Novecento che non li abbia
visti all’opera. … Il duo ha percorso con rispetto e amore il repertorio a
quattro mani e per due pianoforti da Bach a Bartók, riuscendo a non ghettizzare
né l’avanguardia né la storia. E questo è un raro merito: non mettere il
presente in guerra col passato, o viceversa, significa concepire la musica come
un “continuum” storico in cui i valori umanistici prevalgono su tutto.
E questo
è fare della musica una ragione di vita.” Una premessa di grande, riconosciuto
e meritato rilievo al programma che ha appagato pienamente l’attesa, presentato
ad un pubblico cospicuo e attento. Iniziato con il Rondò “Notre amitié est
invariable” di F. Schubert – pezzo che ha dato il titolo al concerto -, per
proseguire con parti del “Weihnachtsbaum” di F. Liszt e l’Overtoure dal
Tannhäser di R. Wagner, nella trascrizione da Liszt di Hans von Bülow, conclusiva
della prima parte della serata. Progressivo il climax delle esecuzioni e
trascinante per la sua difficoltà e la resa “orchestrale” il
Tannhäser. Reiterati gli applausi e i “bravo”
ad alta voce. Da notare poi come nella scelta musicale il
duo abbia proposto autori di nota, seppur con alti e bassi,
“amitié”: Liszt e Wagner nella prima parte,
e Dvořák e Brahms nella seconda. Tre “Danze slave” del primo e cinque
“Danze ungheresi”, tra cui le popolarissime quinta e sesta del secondo, si sono
dispiegate nella loro difficoltà esecutiva attraverso una resa di “facile”
e
piacevole ascolto. Onore agli
esecutori. Riconoscimento che gli è stato attribuito anche con un diploma per
il sessagesimo della loro attività con una ode in quartine dell’ignoto-noto,’L’Etrusco”,
musicista toscano-tergestino. Introdotta da un omaggio floreale e letta con
amichevole affabilità dalla soprano Arianna Remoli ai due musicisti,
chiaramente lusingati e sorpresi (… e questo era lo scopo), la “Ode aulica per
due musici per il loro fausto ritorno in Gorizia” così tra l’altro recitava:
“La lor musica è nel mondo/ che la vive oggidì/ Berio, Mozart, e con
Stravinsky/ sempre attenti e senza fischi. // Son sessanta gli anni d’oro/ la
lor musica quest’anno, / festeggiati tutti in coro/ più felici lor
saranno.”
E da “tutti in coro” sono
stati applauditi Canino e Ballista per i loro sessant’anni di amicizia
pianistica, di “diamante”. Come non concludere con un bis? Bruno Canino ha
annunciato con sommesso rimpianto e rispettoso trasporto il titolo del brano:
la Danza slava op. 72 n. 2 di Dvořák, dedicata a Elena Lipizer che molto
l’aveva amata.
Gianni Drascek
Foto Scappin
Febbraio 26th, 2018