Sulla “Kreutzeriana”, qualche nota.

Oltre a essere per natura reticente a illustrare, lumeggiare la stesura di un mio lavoro musicale, nel caso specifico mi resta anzitutto di avvertire anzi assicurare di non aver avuto la benché minima intenzione di mettere mano al giovanile capolavoro di Beethoven, l’op. 47 in la magg. includente il violinista Kreutzer (che a quanto si dice rimase poco convinto dell’omaggio del “gran Mogol”). Quindi la mia “Fantasia” si è limitata a estrapolare tra esercizi, incipit, figurazioni virtuosistiche e così via, immersi in fastose grafologie d’indole decorativa e in intrecci (motivi) enucleati intorno a ricorrenti incisi (idée fixe). Il tutto è insomma un omaggio a uno strumento che vanta indimenticabili estasi liriche e pagine di liturgica pacatezza e solennità (entrambe qui escluse), si avvolge in questa occasione nella estrosità delle proprie bizzarrie tecniche (pardon! non impiego gli “armonici”) dell’arco e della “sinistra” manualità (con il prezioso sussidio revisore di un maestro e amico come Zanettovich).

Questo è quanto la mia conoscenza professionale (limitata alla servitù compositiva) ha inteso offrire ai fedeli ascoltatori della benemerita Associazione Culturale goriziana.

Guido Turchi