PROCACCIOLI Stefano – E vagano lenti gli ossimori della mia anima per vl. e pf.

15,00 

La vita dell’uomo è il più delle volte paradossale. L’uomo stesso è per lo più un paradosso vivente. Talvolta, un autore, inevitabilmente essere umano anch’egli, nel corso della sua ricerca espressiva subisce l’azione di forze divergenti, talvolta antinomiche, che possono portare a esiti, appunto, paradossali: veri e propri ossimori espressivi. Che fare allora? Quale strada scegliere? Soffocare una parte di sé a favore dell’altra? E se sì, quale? E perché? Per alcuni la risposta non è facile a trovarsi. E se, invece, non esistesse nemmeno? In questa composizione, la presenza dialettica di quelle contraddittorie intenzioni espressive e compositive che fin dagli inizi pervadono in maniera diversa (e molte volte inconsapevole) tutto il mio lavoro, diventa manifesta, frutto di un atto di volontà, motore di un tutto che cerca di concretizzarsi come uno dei possibili percorsi volti alla ricerca della sintesi dialettica delle diverse, talvolta antitetiche, matrici, “anime”, compositive che lo alimentano. L’incontro con l’opera del giovanissimo poeta Simone Pansolin ha condotto alla scelta di un suo verso quale titolo di questa composizione perché capace di evocare efficacemente, alludendovi solamente senza descrivere alcunché, la complessa e conflittuale situazione espressivo-compositiva. Situazione prettamente musicale, quindi e, di conseguenza, anche umana.

 

 

 

 

Stefano Procaccioli